Un “erbivoro”, un “negro matto africano”, un secondino “merda” e Giuseppe Mazzini. Con questo poker di improbabili personaggi Celestini gioca la sua personalissima partita a carte con la Storia. E lo fa nel modo che gli è più congeniale: con quel suo ipnotico flusso di coscienza, frastornante a affabulatorio insieme che è ormai la cifra...