Può un assassino essere vittima? Davanti ad un giudice la risposta dovrebbe essere netta e negativa ma sulle pagine di un libro può anche aprirsi a dubbi. “Cacciatore del Male” è il romanzo d’esordio del pisano Simone Mazzei (pubblicato dalla casa editrice Albatros – Il Filo) pone la questione tra le righe, davanti ad una trama inoppugnabile che dai piedi della Torre di Pisa porterà il lettore a seguire le tracce del folle omicida “J” in Svizzera, Croazia, Tunisia. Un thriller che tesse una ragnatela di colpi di scena, su cui la suspence è in agguato. A muovere gli intenti del male un sinistro traffico d’organi e personaggi pronti a tutto pur di riuscire nel loro intento. A questi si contrappone la giustizia: il caso è dato ad un capitano efficiente e caparbio, Brando Volterra. Fermare “J” è un compito difficile, forse il più arduo della sua carriera, ma il dovere e la salvezza di vite umane obbliga Volterra ad affrontare le responsabilità, anche quando queste metteranno a repentaglio la propria incolumità. “Cacciatore del Male” è un ritratto della nostra contemporaneità, in cui però non sempre si ha l’impressione di scindere il bene dal male. Se il protagonista è indubbiamente il beniamino investigatore Volterra, non lontano da questo ruolo è “J”, folle assassino, che risulta vittima egli stesso di un mondo in cui vive, debole e perso in un sistema che rende schiavi. Un paradosso ideologico e narrativo che rende interessante questo esordio, valso all’autore una menzione d’onore al Premio Letterario “Minerva II” di Torino. Sebbene il finale ripristinerà l’equilibrio e la giustizia, al lettore rimarrà la sensazione che la risposta al nostro quesito iniziale possa avere nuove e inattese riflessioni.
“Cacciatore del male” di Simone Mazzei
pubblicato da Edizioni Albatros – Il Filo
pp. 236 – euro 16.50
da Corriere Fiorentino © RIPRODUZIONE RISERVATA
3 comments
Giulia Madonna says:
giu 2, 2012
Il giallo è realizzato con una trama ben costruita e l’alta tensione non scema mai fino all’epilogo.
L’autore magistralmente fa uso di descrizioni sapienti e minuziose che trasportano il lettore fin dentro la vicenda, facendogli sentire addosso la paura pura.
Molto interessante è l’alternarsi repentino e continuo della narrazione da un punto e l’altro della vicenda, che tiene il lettore vigile e attento ai continui cambi di scena.
I protagonisti sono descritti con maestria e nulla è lasciato al caso.
Simbolicamente il bene è rappresentato dal capitano dei carabinieri Brando Volterra, uomo tutto d’un pezzo ardito e tattico.
Il male è personificato dal terribile quanto schizofrenico Yuri Rossi, che si muove sicuro nella sua veste di carnefice senza cuore.
Tante sono le scene altamente terrificanti che l’autore affronta con abilità lasciando il lettore in preda alla paura più folle.
Sicuramente è un ottimo giallo che non tradisce fino alla fine le aspettative del lettore.
Giulia Madonna
Maria Ezechiele says:
ago 15, 2012
Il libro è davvero significativo. Dovrebbe smettere di lavorare in banca e dedicarsi alla scrittura. Un vero capolavoro. Un susseguirsi d’immagini, racchiusa in una storia “particolare”, che ti rapiscono e ti conducono nella psiche dei personaggi. Un romanzo davvero descritto con maestria. Ancora complimenti. Notevole la capacità di descrizione dei singoli protagonisti.
In umiltà, Maria Ezechiele.
Luciana Galli says:
ago 17, 2012
Non so se più accanito sia Brando nella sua caccia o il serial killer, nei suoi efferati delitti.
Il romanzo è un vero “noir” e mette i brividi nelle sue sequenze così serrate. D’altra parte, la scelta di non dividere la storia in capitoli evidenzia l’intento di non dare respiro al lettore. Mi congratulo per le sue competenze nel campo della medicina e per quelle che vengono fuori evidenti dalla varietà dei temi trattati, molti dei quali scottanti e scabrosi.
Le auguro il successo di critica e di vendita che il suo lavoro merita.
Luciana Galli