“Storia della mia gente” è un libro autobiografico, in cui l’autore Edoardo Nesi mette un po’ di tutto: storie, sensazioni, speranze e disillusioni.  La narrazione è ambientata in  Toscana, a Prato, in un periodo che va dal 1926, attraversa il momento d’oro dell’economia pratese e giunge al 2004, in piena recessione.
Il racconto è legato a ciò che sarà il destino finale dell’autore: fare lo scrittore. Per lui scrivere è un non-mestiere: la sua famiglia è una famiglia di imprenditori, gente pragmatica, di quella Prato che adesso non esiste più, di quel polo industriale Pratese che adesso non ha più storia e non ha, forse, neanche più il diritto di chiamarsi “pratese” ma può tranquillamente essere definito “cino-pratese”.
L’autore soffre profondamente per i cambiamenti che ci sono stati nel periodo narrato, soprattutto nella società di oggi in cui l’imprenditore è visto dai governanti non come una risorsa preziosa ma come un oggetto da consumare fino all’esaurimento e poi gettare via.
Edoardo Nesi si trova, suo malgrado, a dirigere l’azienda di famiglia: una tessitura fondata dai fratelli Nesi, il nonno e lo zio, persone  che  già nel nome dell’azienda vedono una speranza concreta per il futuro. La Tessitura “OT Nesi e figli”  promette un futuro radioso alla famiglia. La storia è diversa da ciò che immaginavano.  Strozzata dai debiti, dalle tasse, da una concorrenza spietata e dalla crisi economica di cui  nessuno osava parlare, la famiglia Nesi è costretta a vendere l’impresa. Quella tessitura sopravvissuta alla guerra e alle distruzioni dei tedeschi – che per un gioco del destino saranno  la fortuna di questa attività, diventando i maggiori acquirenti di  tessuti di lana calda e impermeabile – alla fine sarà venduta a persone che forse non potranno mai capire quello che ha rappresentato.
Il momento in cui l’autore si ritrova nel capannone dei telai, a macchine spente, e sente ugualmente l’assordante silenzio dei telai fermi è commovente. Quei telai che erano  in funzione giorno e notte per 365 giorni l’anno, ora tacciono in maniera straziante, quasi disperata. Questa disperazione sarà per sempre nel cuore dell’autore, perché un lavoro può essere semplicemente un lavoro ma quando un’azienda fa parte di una famiglia per tre generazioni c’è anche altro: in quell’attività c’è amore,  passione, dedizione e sogni.
Alla fine Nesi fa un’analisi  precisa e spietata della situazione socio-economica dell’Italia di oggi. “Storia della mia gente” è un libro di denuncia e di protesta, di amore profondo per il proprio paese e per le proprie origini.
Ed è questa la storia della sua gente: gente che sente profondamente sua e anche se con loro non condivide più lo stesso destino, continua a sentirsi profondamente radicato in essa. E’ un libro che fa discutere, nei confronti del quale si  può essere d’accordo o in disaccordo. Una cosa importante però si avverte con certezza: la potenza e la sincerità dello scrittore.

“Storia della mia gente” di Edoardo Nesi

edito da Bompiani

pp. 163  –  euro 14


recensione di Marta Stoppa