Con la prefazione di Adolfo Pérez Esquivel, la traduzione in 40 paesi già pronta, e così anche il film che sarà girato da Liliana Cavani, questo libro parte bene, e se era possibile, promuove ancora di più l’immagine di un Francesco sommessamente eroe.
Nata per fugare i dubbi su eventuali collaborazioni del potente gesuita con ogni forma di dittatura del passato argentino, la “list” raccoglie testimonianze di superstiti scampati grazie all’aiuto di un Bergoglio che sembra agire senza clamore, a volte con astuzia, altre tramite conoscenze, altre ancora in modo ingenuo e imprudente, con l’appoggio di une rete tentacolare di amici che a distanza di anni sembrano indissolubilmente legati a lui da un patto di silenzio e modestia, avulso da ogni forma di esibizionismo.
Un’omertà in positivo che Nello Scavo, giornalista dell’Avvenire in cerca di testimonianze sul passato forse scabroso del Papa, trova ogni volta che cerca di intervistare un possibile testimone: “le storie ci sono, ma dovrai cercartele”, gli rispondono tutti in coro.
Così lui parte per Buenos Aires e alla fine le storie le trova, con tanto di nomi e cognomi, e le porta a casa perché tutti sappiano.
Forse in questo libro si potevano evitare i sottotitoli un po’ spettacolari come “Non siamo stati denunciati da Bergoglio”, “Lo dico per la prima volta: fermò una retata contro di me” e così via, ad ogni capitolo. Di certo non sembra un’idea del benefattore schivo di queste storie, quanto piuttosto il tentativo di passare un messaggio anche ai tanti che forse compreranno il libro più per averlo che per leggerlo.

“La lista di Bergoglio” di Nello Scavo
pubblicato da EMI Edizioni
pp. 190  –  euro 11,90