Dopo il primo libro (“Il trono di spade”) ritorniamo a Westeros con questo secondo libro che, nonostante la divisione in vari capitoli e quindi vari punti di vista di differenti personaggi sviluppati ognuno come una classica narrazione in terza persona, la narrazione può essere ricondotta a tre filoni principali separati anche geograficamente: la storia di Jon Snow, al Nord, che cerca di conquistare la fiducia dei Bruti e del loro capo, Mance Ryder, Guardiano della Notte disertore e autoproclamatosi Re oltre la Barriera; la trasformazione di Daenerys Targaryen da kaleesi (regina) del Khal Drogo a Madre dei Draghi che viaggia insieme ai tre piccoli (per ora) draghi Drogon, Rhaegal e Viserion in cerca di un esercito disposta ad accompagnarla nella riconquista del Continente occidentale ed infine il vero e proprio scontro di re eponimo che avviene tra i vari aspiranti al trono.
I contendenti sono Jeoffrey Baratheon, figlio di Robert Baratheon e quindi teoricamente legittimo erede al trono, Stannis Baratheon, fratello del re defunto, Renly Baratheon, fratello minore di Stannis e Robert, e Robb Stark, il quale in realtà non ambisce al Trono di Spade ma al più modesto titolo di Re del Nord, contrastato dalla famiglia Greyjoy. La presunta legittimità del regno di Jeoffrey è minata dal dubbio insinuato da Eddard Stark nel primo libro il quale afferma che Jeoffrey sia in realtà (come anche i fratellini Tommen e Myrcella) nato dall’incesto avvenuto tra Cersei Lannister e suo fratello Jaime.
Questo secondo libro (diviso in due nella prima edizione italiana ma riunito nella collana “Le grande saghe fantasy”) aumenta il numero di personaggi in gioco e quindi di POV (points of view, punti di vista) portandoli in totale a nove personaggi, introducendo Davos Seaworth, detto il Cavaliere della Cipolla, ex contrabbandiere fedele a Stannis, e sostituendo il POV di Eddard Stark con quello di Theon Greyjoy, ex ostaggio della casa Stark.
Un nuovo personaggio molto peculiare introdotto in questo libro è Melisandre, la cosiddetta Donna Rossa, una delle sacerdotesse del dio R’hllor, Signore della Luce, dotata di poteri mistici poco chiari ma molto inquietanti.
In questo secondo volume Martin conferma la sua abilità nel reggere le fila di svariate narrazioni senza cadere nell’appiattimento della trama o dei personaggi tratteggiando un accurata descrizione psico-fisica per ognuno di essi proprio attraverso i vari POV.
Emerge chiaramente anche un altro carattere fondamentale dello stile di Martin, ben chiarito dal motto che troviamo nel primo libro pronunciato dal misterioso Jaqen H’ghar: “Valar Morghulis” ovvero “tutti devono morire”, infatti leggendo Martin bisogna dimenticare l’aura di immortalità che circonda i vari eroi della letteratura fantasy e accettando il fatto che anche i personaggi a cui siamo più affezionati possano morire all’improvviso.
La capacità di gestire una trama articolata e complessa, la presenza di vari POV che accontentano i vari gusti e l’incertezza data dalla mortalità dei vari personaggi rendono un libro tanto lungo comunque godibilissimo e relativamente veloce da leggere.
Una lettura consigliata certamente a tutti gli amanti del genere fantasy, anche a quelli intimoriti dalla mole dell’opera di Martin.

“Lo scontro del re” di George R.R. Martin
edito da Mondadori
pp. 630  –  euro 7.50