laterza editori casati roberto la scoperta dell'ombraUn libro che parla della storia dell’ombra. Detto così non sembra un granchè; ho iniziato a leggerlo per curiosità, ma senza grandi aspettative. Cosa ci sarà mai da sapere sulle ombre che già non so? E invece dopo una ventina di pagine ci si rende conto di non aver MAI pensato veramente alle ombre, con grande stupore e quasi con disappunto. E’ incredibile come una cosa così “quotidiana” tocchi così tanti campi, dia così tanti spunti di riflessione. Sfogliando le pagine mi è capitato spesso di dovermi fermare, chiudere il libro e pensare, o guardare l’ombra della propria mano proiettata dall’abat-jour (riscoprendo la propria fanciullezza per qualche momento). Il libro tratta la concezione filosofica dell’ombra nella storia, ma non si perde in elucubrazioni metafisiche; per la maggior parte è molto concreto: Casati ci mostra con amabile entusiasmo come molte verità scientifiche fondamentali per l’umanità siano state svelate grazie all’ombra, specialmente la scoperta dei cieli prima dell’invenzione del cannocchiale.

Geometria, astronomia, pittura, scultura: ogni materia che coinvolga la percezione visiva non può trascurare le ombre, importanti quanto e forse anche più della luce da cui sono causate. Persino le più grandi menti della storia, come Galileo e Da Vinci hanno dedicato molto tempo allo studio di queste immagini inafferrabili, sfuggevoli e indifferenti.

Insomma questo è un libro di divulgazione impossibile da odiare, grazie ai capitoli brevissimi che si leggono come un bicchiere d’acqua, alla documentazione fornitissima, alle illustrazioni onnipresenti e al mondo di riflessioni che nascono come funghi dopo ogni pagina. La ciliegina sulla torta sono i piccoli dialoghi immaginari tra uno scettico Platone e la sua ombra Skia, tra un capitolo e l’altro. Persino il filosofo alla fine si lascia convincere dalla bellezza della sua controparte incorporea.

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“La scoperta dell’ombra” di Roberto Casati

pubblicato da Editori Laterza

pp. 308  –  euro 18

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Recensione di Giulio Quarta

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